I processi di globalizzazione, sin dai tempi dell’impero romano con cui ebbe a confrontarsi Paolo di Tarso, sono una decisiva opportunità per le grandi religioni monoteiste, in quanto ne favoriscono l’azione universalistica di diffusione ed espansione. Paradossalmente l’odierna globalizzazione risponde e al contempo resiste a questo presupposto. Essa infatti rappresenta qualcosa di totalmente nuovo rispetto ai processi simili del passato. Tra gli elementi di discontinuità si staglia il motore potentissimo del consumo. Secoli di lento adattamento alla materialità, ed in particolare alla “moneta” (quella che Lutero definiva “lo sterco del demonio”), hanno portato ad alcune soluzioni ed in particolare a quella calvinista, che sublima il momento produttivo proprio attraverso la sfera religiosa. Ma cosa succede quando ci si deve confrontare con i nuovi pervasivi linguaggi del consumo? Cosa fare di fronte a questo immane processo di perdita di trascendenza? E’ sufficiente chiudersi o diventa inevitabile fare i conti con quello che da un lato sembra essere l’unico fattore aggregante della nostra epoca e che dall’altro appare fatto apposta per devastare le forme collettive di costruzione del sé? Il libro che qui si propone prova ad osservare appunto come le grandi religioni monoteiste (ebraica, cattolica, riformata-calvinista, islamica), unici motori aggreganti identitari rimasti, si comportino di fronte a questa svolta: se ridefiniscano se stesse o semplicemente sfruttino in maniera diversa le loro intrinseche caratteristiche per sopravvivere. In queste pagine tuttavia si tenterà anche di valutare i tratti di una eventuale controffensiva: come esse agiscano sull’apparente assetto monolitico del consumo, se siano in grado di limitarne l’essenza, gli effetti e la portata, e di determinarne caratterizzazioni diverse da un punto di vista diacronico ma anche geografico e culturale.
Religioni nella metropoli. Tra fondamentalismo e consumo / Tarzia, Fabio. - STAMPA. - (2018).
Religioni nella metropoli. Tra fondamentalismo e consumo
Fabio Tarzia
2018
Abstract
I processi di globalizzazione, sin dai tempi dell’impero romano con cui ebbe a confrontarsi Paolo di Tarso, sono una decisiva opportunità per le grandi religioni monoteiste, in quanto ne favoriscono l’azione universalistica di diffusione ed espansione. Paradossalmente l’odierna globalizzazione risponde e al contempo resiste a questo presupposto. Essa infatti rappresenta qualcosa di totalmente nuovo rispetto ai processi simili del passato. Tra gli elementi di discontinuità si staglia il motore potentissimo del consumo. Secoli di lento adattamento alla materialità, ed in particolare alla “moneta” (quella che Lutero definiva “lo sterco del demonio”), hanno portato ad alcune soluzioni ed in particolare a quella calvinista, che sublima il momento produttivo proprio attraverso la sfera religiosa. Ma cosa succede quando ci si deve confrontare con i nuovi pervasivi linguaggi del consumo? Cosa fare di fronte a questo immane processo di perdita di trascendenza? E’ sufficiente chiudersi o diventa inevitabile fare i conti con quello che da un lato sembra essere l’unico fattore aggregante della nostra epoca e che dall’altro appare fatto apposta per devastare le forme collettive di costruzione del sé? Il libro che qui si propone prova ad osservare appunto come le grandi religioni monoteiste (ebraica, cattolica, riformata-calvinista, islamica), unici motori aggreganti identitari rimasti, si comportino di fronte a questa svolta: se ridefiniscano se stesse o semplicemente sfruttino in maniera diversa le loro intrinseche caratteristiche per sopravvivere. In queste pagine tuttavia si tenterà anche di valutare i tratti di una eventuale controffensiva: come esse agiscano sull’apparente assetto monolitico del consumo, se siano in grado di limitarne l’essenza, gli effetti e la portata, e di determinarne caratterizzazioni diverse da un punto di vista diacronico ma anche geografico e culturale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.